Source A :
[sans titre] - dans - Antonia Bembo - Ercole amante [Acte V, 3] - partition, ms autographe
(1707), p. [180-185] - F-Pn/ Rés Vm4 10
Code source :
ABe.01.di
Type de source :
originale
Description de la source :
IOLE - Veggio, o di veder parmi ? - Non atteso contento ? - Ah che dar fede agl'occhi
il cor non osa.
DEIANIRA - O ch'opportun ristoro ?
LICCO - Oh che spavento!
IOLE - Hillo ?
DEIANIRA - Figlio ?
IOLE-DEIANIRA - Sei tu ?
HILLO - Mercé di Giuno - Son io dal mar salvato - Acciò per gl'occhi miei
- Versi un mar di pianto il cor stemprato. - Se qual ridirlo intendo - Vero è
del caro padre il fato horrendo.
DEIANIRA - Ah figlio ahi troppo e ver, che mi rivedi - Vedova afflitta, e sola.
IOLE - Pur mio ben ti consola, - Che se perdesti il genitor crudele - Me qui ritrovi,
e l'amor mio fedele
HILLO - Ah dunque il ciel non seppe - Farmi teco felice ? - Senza misero farmi, e
sventurato - Con la mia genitrice ?
LICCO - O ben tornato.
HILLO - Ahi che con forza eguale a un tempo istesso - Da gioia, e da dolore - Tratto
in contrarie parti - Sento squarciarmi il core.
DEIANIRA - Ohimé, dunque che fia ?
LICCO - Forza è ch'io rida - Quel ch'è stato mai sempre - Da che Morte impugnò
falce omicida, - Ch'altri avvien, che si stempre - In pochi, et altri in copiosi lutti,
- Ma chi muore suo danno - Che tosto, o tardi si consolan tutti.
DEIANIRA - Saranno almen le ceneri d'Alcide - Le più pompose de funebri onori
- E più sparse di lacrime (1) e di fiori,
HILLO - Certo è ch'i miei singulti - Non avran fin.
IOLE - Ma non fia già che solo - Tu pianga amato ben, che se comune - È
teco (2) il cor fia pur comune il duolo.
(1) Livret : lagrime - (2) Id. : Ho teco il cor